Il commercio del dodicesimo secolo nel Mediterraneo

Marcello Ciccarelli

Quello che si svolge in questo periodo è un lucroso commercio su lunga distanza.
L’Europa, dopo la riforma di Carlo Magno del nono secolo, riprende a commerciare con l’Africa e l’Oriente. Il Maghreb, unificato dal Califfato degli Almohadi di discendenza berbera, fa da intermediario e vende, oltre ai suoi prodotti, quelli di tutta l’Africa: oro, sale, avorio e schiavi.

Il Califfato Almohada nella sua massima estensione tra il 1195 e il 1212

Dall’Oriente, grazie al ripristino delle rotte marittime dell’Oceano indiano, arrivano le spezie, la carta, la seta.


La via della seta

Costeggiando l’India e la penisola arabica si entra nel Mediterraneo dal Mar Rosso, evitando l’intermediazione dei commercianti dell’Asia centrale e della Mesopotamia.


le rotte marittime dell’Oceano indiano

Mentre l’Italia ritrova la sua centralità economica, naturale intermediaria dei commerci, il Mediterraneo torna ad essere il mare nostrum di romana memoria e lo diventerà ancora di più nel tredicesimo secolo quando si modifica l’assetto del potere che controlla il commercio est-ovest. L’assedio di Costantinopoli da parte dei Crociati nel 1204 indebolisce l’impero romano d’oriente e Gengis Khan, sconfiggendo i califfati, edifica, dal 1206, un unico impero per il territorio che va dalla Cina al Mediterraneo. Un unico potere che favorisce le intese e diminuisce le intermediazioni.

le rotte marittime del Mediterraneo

Pisa, come le altre repubbliche marinare, crea per i propri commercianti dei punti di riferimento in questo vasto bacino commerciale: i fondachi, una zona franca retta da un pubblico ufficiale che applica le leggi della propria repubblica.

I fondachi sono edifici, spesso di vaste proporzioni, adibiti a diverse finalità: il mercato vero e proprio, gli uffici della dogana, il magazzino delle merci, come alloggio e ristoro per i mercanti di passaggio. Una sorta di ambasciata, con le tipiche funzioni di rappresentanza, ma anche con funzioni di servizio al commercio. Venezia devia la IV crociata verso Costantinopoli proprio per impedire la concessione di un fondaco a Genova.

Ad un certo punto a gestire il Fondaco della Repubblica pisana presso Bugia è chiamato Guglielmo, padre di Leonardo. È improbabile che questa sia la sua specifica professione.
A Pisa, come in altre città dominate dal ceto mercantile (vedi Venezia) è infatti usanza di assegnare a turno le cariche pubbliche, scegliendo fra i maggiori rappresentanti del ceto mercantile.
I vantaggi procurati dalla rotazione sono evidenti: assicurano la competenza ed evitano la costituzione di una burocrazia quale centro di potere autonomo.