Michele Scoto

Franco Ghione


Michele Scoto, vissuto tra il 1175 e il 1232, nato probabilmente in Scozia ha vissuto lungamente in Italia collaborando con la Curia pontificia e dal 1220 con la corte di Federico II. Filosofo di corte, astrologo, mago, matematico, conoscitore del latino e dell’arabo fu anche noto come traduttore, tra le altre cose, di Aristotele e dei commenti di Averroé. Le sue previsioni erano tenute in gran conto dall’Imperatore Federico II che lo consultava con regolarità.

Dante lo colloca all’Inferno nel girone degli indovini (XX canto)

«... Quell'altro che ne' fianchi è così poco,
Michele Scotto fu, che veramente
de le magiche frode seppe il gioco...»

Molti aneddoti e leggende riguardano la figura di Michele Scoto legate alle sue presunte capacità magiche. In particolare sembra che morì colpito sulla testa da un sasso mentre, a messa, come si deve, si era tolto un pesante elmo che teneva sempre a protezione del capo, avendo lui stesso preconizzato questa fine.

Michele Scoto