IL CONTESTO CLASSE
La classe in cui vengono praticate le attività didattiche riportate, relative al primo capitolo del
Liber Abaci di Fibonacci, è una classe prima della scuola secondaria di primo grado che
affronta un momento di disorientamento: l’ingresso a metà anno di un ragazzo difficilissimo,
che vive ai margini della società, che molto spesso porta a situazioni complicate, ma che
dobbiamo gestire, per forza, al meglio e tutti insieme.
L’analisi dell’introduzione delle figure arabe è ideale, è la giusta reazione della classe al
bisogno di coesione, lavorando in gruppo concentrandoci su idee che portino la mente fuori
dalla quotidianità, fatta di difficoltà e di bassezze e mettano in contatto con qualcosa di
grandioso. È allo stesso tempo un insegnamento grande che si fornisce ai ragazzini: si può
reagire alle difficoltà della vita con la cultura, utilizzando la propria razionalità.
Di contro le attività sono semplici ed allo stesso modo illuminanti su concetti che tutti i giorni
utilizziamo in maniera meccanica per fare i calcoli nell’ora di matematica e non solo. La prima
fase è stata proprio la lettura del primo capitolo del Liber Abaci, dopo aver fatto una breve
introduzione storica.
Il primo commento dei ragazzi è stato: »Figure?!»
Ed io: «si sono proprio figure!....potremmo inventarne altre noi.NO?»
E nella mia testa di insegnante aleggiava la frase «Un innovazione davvero
unica: la scelta di cifre di aspetto arbitrario prive di qualsiasi legame con le
quantità numeriche che rappresentano….il cervello umano impiega più tempo
anche a contare solo cinque oggetti che non a riconoscere un simbolo
arbitrario e ad associargli un significato»…………«riflesso di comprensione »
(S. Dehaene)
IL COMMENTO